Cannabis in Italia: Progressione o Regressione?

Mentre gli altri stati legalizzano la Cannabis l’Italia si muove verso il proibizionismo!

Si pronuncia così la Corte di Cassazione il 30 Maggio 2019 “ La commercializzazione di Cannabis Sativa L. e, in particolare, di foglie, infiorescenze, olio, resina, ottenuti dalla coltivazione della predetta varietà di canapa, non rientra nell’ambito di applicazione della legge n. 242 del 2016, che qualifica come lecita unicamente l’attività di coltivazione di canapa delle varietà iscritte nel Catalogo comune delle specie di piante agricole, ai sensi dell’art. 17 della direttiva 2002/53/CE del Consiglio, del 13 giugno 2002 e che elenca tassativamente i derivati dalla predetta coltivazione che possono essere commercializzati, pertanto, integrano il reato di cui all’art. 73, commi 1 e 4, d.P.R. n. 309/1990, le condotte di cessione di vendita e, in genere, la commercializzazione al pubblico, a qualsiasi titolo, dei prodotti derivati dalla coltivazione della cannabis sativa L., salvo che tali prodotti siano in concreto privi di efficacia drogante.

In Italia ci sono ben oltre 2000 Canapa store, secondo i dati diffusi dall’AICAL e COLDIRETTI, il fatturato si aggira attorno ai 6,5 milioni di euro, si è avuto un’aumento esponenziale dei terreni coltivati e un aumento dell’imprenditoria giovanile che rischia di collassare.

La Canapa con i suoi derivati (incluso le infiorescenze al CBD) hanno portato in Italia un momento di positività economica; lo stesso Davide Fortin, economista dell’Università Sorbona di Parigi e ricercatore associato del Marijuana Policy Group, impegnandosi in un sondaggio online sui modelli di consumo di cannabis light, ha dichiarato: «In uno scenario di piena regolamentazione del settore – spiega – l’indotto generato dalla domanda italiana per le sole infiorescenze non farebbe fatica ad alimentare un giro d’affari da 46 milioni che, allargato ai prodotti contenenti Cbd come oli, creme e altri generi alimentari e cosmetici, potrebbe raggiungere i 400 milioni di giro d’affari».

Successivamente alla sentenza del 30 Maggio 2019 ci ritroviamo in una situazione di forte sconforto e terrore.

Oggi il nostro pensiero va a chi come noi, ha investito tutti i propri soldi e tempo in un mercato che sta crescendo in tutto il mondo; molti sono gli imprenditori, come noi, spaventati anche solo nell’alzare la serranda del negozio e ritrovarsi tutta la merce sequestrata (come il carissimo collega Virgilio di Green Planet Grow Shop), nonostante non abbiamo mai fatto nulla di illegale.

Quello che più stupisce, di tutta questa situazione è il fatto che né i giudici, né il governo e le istituzioni, abbiano considerato le conseguenze per tutti quei negozi, spesso piccole attività commerciali aperte con fatica, che, invece di essere tutelati, sono stati attaccati, paragonati agli spacciatori, e messi all’angolo, anzicchè essere valorizzati come un paese civile avrebbe dovuto fare.

Un punto che vorremmo evidenziare (come ha fatto anche il magazine Dolce Vita) è che se si è arrivati a questa situazione, è solo perché i giudici hanno dovuto fare il lavoro che sarebbe spettato alla politica. Era già accaduto quando la Fini-Giovanardi è stata dichiarata incostituzionale, ed è successo nuovamente. Nella versione approvata della legge sulla canapa industriale ( n° 242 del 2 dicembre 2016) era stato eliminato il comma che normava le  infiorescenze, che invece era presente nelle prime bozze. Se la politica avesse avuto il coraggio e la volontà di normarle, oggi non saremmo in questa situazione.

Da non sottovalutare è proprio la sentenza che arriva dopo mesi di attacchi da parte della destra in generale, e del ministro Salvini, dichiarando che un Canapa shop su due era dedito allo spaccio, e che li avrebbe chiusi uno per uno. Attacchi culminati con una direttiva che non aggiungeva niente di nuovo se non tensioni e paure a chi come noi ha investito tutta la propria vita in un attività pulita e LEGALE, regalando alla mafia la possibilità alla mafia di gioire e di riacquistare il potere sulla cannabis.

Noi del settore della Canapa vogliamo urlare “Basta!” ….Basta illegalità, basta pregiudizi, basta alla FALSA CANNABIS che gira per le piazze di spaccio; noi vogliamo la riscoperta della canapa in tutti i suoi utilizzi e la sua legalizzazione, pertanto ci troverete domenica 9 Giugno a manifestare in Piazza Dante, Napoli dalle 16 alle 21, perché la Cannabis non è droga!