il CBD non ha effetti psicoattivi, ma effetti rilassanti e sedativi
CBD
Il CBD è il secondo cannabinoide più importante contenuto nella Canapa, secondo per fama solo al THC; il CBD non ha effetti psicoattivi, ma effetti rilassanti, e sedativi a differenza del THC (delta-9-tetraidrocannabinolo) che ha effetti psicotropi.
Il CBD con il suo effetto benefico antipsicotico, antidolorifico, antinfiammatorio, può essere utilizzato per alleviare tensioni, ridurre le infiammazioni, il diabete, il colesterolo, può aiutare nella cura dell’alcolismo, schizofrenia, artrite e patologie cardiovascolari.
Il CBD stimola e attiva i recettori dell’adenosina, recettori che hanno lo scopo di regolare le funzioni cardiovascolari ed il flusso sanguigno alleviando cosi problemi come l’ansia, panico, fiato corto e rigidità fisica; inoltre questo elemento stimola la produzione di glutammato e ‘dopamina’ (trattasi di una sostanza che aiuta positivamente le sensazioni che ha il corpo umano e influenzando il sonno aiuta a migliorare sia l’umore che la capacita di concentrazione).
Il CBD non è stato scoperto di recente, fu isolato per la prima volta intorno al 1940, pochi anni prima il totale proibizionismo.
La riconsiderazione della Canapa sta avendo un vero e proprio ‘boom’ nel campo della ricerca medica che si focalizza sullo studio di cure naturali basandosi sulle relative qualità terapeutiche e la consapevolezza di avere tra le mani una sostanza potenzialmente utile all’uomo, spinge i ricercatori a condurre nuovi studi sui benefici derivanti dall’uso dei cannabinoidi.
Ricordiamo la storia della piccola Charlotte Figi, una bambina che raggiunse una fama mondiale grazie alla terapia basata su un olio contenente CBD che migliorò drasticamente le sue condizioni di salute. Charlotte, bimba di otto anni del Colorado con la sindrome di Dravet, una forma rara e debilitante di epilessia, il suo caso ha raggiunto l’apice della popolarità nel 2013 quando si ebbe un riscontro molto positivo sull’uso di cannabis medica che è riuscita a fare ciò che altri farmaci non potrebbero fare: ridurre drasticamente le convulsioni. Ora, la nuova ricerca scientifica dimostra che la cannabis può essere un trattamento efficace per un terzo dei pazienti epilettici che, come Charlotte, hanno una forma resistente al trattamento della malattia.
Ritaglio della lettera scritta dalla madre e dal padre di Charlotte ai fratelli Stanley, la famiglia di coltivatori della cannabis medicinale (Charlotte’s Web Hemp Oil):
“Insieme al controllo dell’epilessia, ci sono molti altri vantaggi che sta trovando la piccola Charlotte con l’uso della cannabis medica. Nonostante abbia sempre mangiato con il nostro aiuto, imboccandola, lei ora riesce a mangiare e bere autonomamente per la prima volta negli anni. Finalmente riesce a dormire tranquilla durante la notte. I suoi gravi comportamenti autistici e autolesionisti, gli stenti, i pianti, la sua difficoltà a non avere nessun contatto visivo e sociale con il mondo che la circonda, l’insonnia… sono ormai problemi del passato.
Lei ora è serena, concentrata, in un anno ha avuto meno attacchi di quanti un tempo ne aveva in un giorno. Charlotte finalmente, riesce a cavalcare cavalli, scia, dipinge, balla, fa escursioni e per la prima volta ha anche amici. Il suo cervello sta guarendo. È sana. Lei è felice!”
Importante sapere: Secondo una ricerca di laboratorio effettuata nel 2007 da un’équipe del California Pacific Medical Center Research Institute, il cannabidiolo potrebbe essere in grado di bloccare il gene Id-1 che provoca la diffusione delle metastasi del cancro al seno, ma anche di altre forme tumorali.